10 apr 2020
Luoghi e digitale oggi…e domani?
Una riflessione di Chiara Rotili, nostra PM & Sales Innovation hub Management, sul ruolo che sta avendo (e avrà sempre) il digitale nella riconversione on-line di luoghi ed eventi a causa del covid19
Dal 2017 ItaliaCamp ha avviato le sue attività anche a Milano, all’interno dell’hub di connessione Milano Luiss Hub for makers and students. Questo presidio in Lombardia ci ha messo nella spiacevole – ma ravvicinata – prospettiva di vedere Milano, negli ultimi anni considerata la locomotiva del Paese, fermarsi a causa dell’emergenza coronavirus. In un momento in cui il capoluogo lombardo e l’Italia intera si bloccano, stiamo però assistendo a una “rivoluzione” digitale dove gli strumenti tecnologici si rivelano fondamentali per non fermare ciò che siamo diventati nella vita professionale ma anche personale.
Abbiamo iniziato a cambiare radicalmente quasi tutto quello che facciamo: come lavoriamo, facciamo esercizio fisico, socializziamo, facciamo shopping, come seguiamo hobby e cultura, gestiamo la nostra salute, ci prendiamo cura dei nostri familiari. Ci si sta avviando verso un nuovo modo di vivere: creatività e tecnologia diventano i nostri strumenti principali per offrire soluzioni alternative di fronte alle sfide di questa minaccia globale.
Le dimostrazioni arrivano quindi da ogni parte del pianeta: dall’appuntamento del WWDC di Apple che sarà disponibile solo in streaming, al Motor Valley Fest 2020 che sarà fruibile online, dalla sfilata in streaming di Armani, fino alla cancellazione del Salone del Mobile di Milano, il settore degli eventi è stato forse il primo a risentire di tale minaccia. Il futuro, ce lo ripetiamo da anni, sarà sempre più digitale e virtuale e proprio in questo momento la creatività e la tecnologia che questo nuovo mondo ci mette a disposizione, permettono di ripensare gli eventi aziendali con soluzioni che puntano a immaginare forme inedite di interazione fra il digitale e la presenza fisica.
Anche la cultura sceglie il format digitale: tanti musei di Milano sono visitabili online, dalla Pinacoteca di Brera al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, che continua a mantenere vivo il dialogo portando le persone direttamente all’interno del museo anche quando non accessibile. Mentre il mondo del design cerca di sopravvivere all’emergenza della pandemia, una rivista online di design britannica, Dezeen tenta la creazione di una piattaforma digitale dedicata, trasformandosi così da rivista a fiera online: ma l’idea di una piattaforma digitale di design, (da parte inoltre di una rivista non italiana) che spostasse online la Milano Design Week, ha ricevuto non poche critiche e così Marcus Fairs (Founder di Dezeen) ha scelto al momento di sospendere il progetto.
Le idee innovative però si bloccano con molta fatica e la proposta di Dezeen molto probabilmente non rimarrà l’unica: FuoriSalone.it non si spegne e rilancia nuovi format digitali per continuare a sostenere le aziende che hanno necessità di arrivare al pubblico del Fuorisalone anche senza la presenza fisica. Dimostra l’efficacia di tale format anche l’ Art Basel di Hong Kong, che inaugura la sua prima edizione di fiera virtuale: dal 20 marzo 2020 e offrirà ai visitatori l’opportunità di guardare, restando seduti sul proprio divano, migliaia di opere d’arte presentate dalle gallerie. Sempre per continuare con gli esempi, in questi giorni è sul tavolo l’ipotesi di realizzare la Fashion Week in streaming, confortati dal successo straordinario di quella organizzata lo scorso 20 febbraio con gli stilisti cinesi impossibilitati a presenziare a Milano, che ha raggiunto 16 milioni di utenti connessi tra la piattaforma live (Weibo) e quella in differita (Tencent). Così anche la Pitti di Firenze non ha intenzione di fermarsi: confermate le date di giugno, Pitti Uomo lancia l’E-Pitti Connect, una piattaforma online per presentare le collezioni permettendo di presenziare virtualmente ovunque ci si trovi. Insomma buone idee e buone pratiche non mancano e, come saprete se ci seguite da un po’ di tempo, noi di ItaliaCamp ne siamo sempre alla ricerca.
Negli ultimi mesi è stato indispensabile trasformare digitalmente i nostri luoghi di lavoro e di istruzione per mantenere un contatto e operare in modo efficace ed è quanto sta accadendo anche presso quelle infrastrutture fondamentali per il networking e lo sviluppo di business, gli Hub: gli spazi in cui si sviluppano attività di education, eventi, accelerazione di impresa e fab lab. Quei luoghi, simbolo di una nuova e rampante economia e socialità, che mettono in connessione realtà diverse, dove fare rete e comunità all’insegna dell’innovazione è un obiettivo giornaliero. E sono gli stessi Hub ora a mettersi in gioco per rendere questi luoghi d’incontro virtuali, convertendo l’innovazione e la contaminazione che si poteva toccare “con mano” in un dialogo digitale tra le varie realtà interconnesse. Le attività virtuali diventano così un canale fondamentale per rivolgersi al proprio pubblico, dal lancio di un prodotto ad una conferenza, da un hackaton ad un team building, senza esporsi ad alcun rischio.
Il fattore che traspare e che colpisce di più è il desiderio di andare avanti, di guardare oltre mettendosi in gioco e sperimentando strade alternative per mantenere il contatto con i propri clienti e colleghi. D’altronde con ItaliaCamp ci siamo sempre impegnati per far si che i nostri Hub fossero dei catalizzatori di connessioni, prima che degli spazi “neutri”; connessioni che possono e devono esistere a prescindere da una sede fisica ma di cui oggi mai quanto prima è necessario valutare la tenuta e la reattività.
Con ItaliaCamp, ad esempio, lanceremo un primo grande evento on-line sabato 11 aprile: Insieme: ItaliaCamp nel mondo, un momento di confronto tra circa 50 soci della nostra associazione connessi da ogni angolo del globo – da Gedda a Tirana, da San Paolo a Mexico City – per discutere di come l’emergenza coronavirus stia condizionando le nostre vite.
Tutto questo senza mai dimenticare che il momento di aggregazione è una parte integrante dell’uomo fin dall’inizio della civiltà, la vera domanda è quanto questa rivoluzione virtuale sarà solo di passaggio o se invece diventerà a tutti gli effetti una nuova opzione di connessione professionale, da mantenere insieme alla cara vecchia stretta di mano.