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13 mar 2020

Lezione d’Impatto

Dopo 10 giorni in smart-working di necessità e una settimana di lezioni in video conferenza, tiriamo le somme di periodo “nuovo”

L’Investing for Good è un laboratorio che realizziamo presso la Luiss Guido Carli sulle tematiche dell’Impact Investing, gli investimenti d’impatto, quelli che oltre un ritorno economico per chi investe, determinano impatti culturali, sociali e ambientali per la comunità.

Mai come in questo momento, i nostri 45 studenti ma anche – e soprattutto – noi, ci stiamo rendendo conto di cosa voglia dire Impatto, perché quella che immaginavamo essere una “normale” terza edizione del laboratorio, ha dovuto fare i conti con l’impatto del coronavirus e delle misure prese dal Governo, ma anche con l’impatto delle nuove tecnologie e dei loro risvolti più sociali e culturali. Abbiamo inaugurato il laboratorio la settimana scorsa, in un’aula piena di ragazzi e ragazze con la partecipazione del Direttore Generale della Luiss Giovanni Lo Storto e Guido Fienga, CEO della AS Roma che è partner del lab. L’abbiamo fatto con strette di mano e abbracci, come si fa tra vecchi amici che si incontrano dopo tanto tempo.

Oggi vedere quelle foto è strano, per l’aula piena e per le strette di mano. Perché da questa settimana le lezioni si svolgono in teleconferenza e noi di ItaliaCamp ci troviamo in tre davanti a un computer ad ascoltare le voci curiose e incerte di 45 studenti collegati dalle loro case, quelle degli universitari fuorisede che nel nostro immaginario sono sempre “caciarone” e piene di vita, o quelle dei loro familiari, magari in città e regioni lontane; con quelle sensazioni diverse e un po’ confuse che solo un primo giorno di scuola può dare. A pensarci bene siamo stati catapultati nel primo giorno di una nuova scuola, perché è particolare svolgere delle lezioni in questo modo, perché anche se un’università come la Luiss mette a disposizione ogni strumento tecnologico possibile per svolgere al meglio questo genere di attività (come la piattaforma luiss.webex.com), quello che è complesso da gestire sono le emozioni, i sentimenti, le attitudini. Per portare avanti le lezioni dobbiamo affidarci a tre diverse piattaforme on-line che stiamo cercando di integrare con i nostri strumenti di lavoro e questa è una sfida affascinante e che siamo pronti a cogliere, proprio come quella dello smartworking che portiamo avanti nel nostro ufficio da parecchi mesi, ma che da una settimana è diventata una necessità; però forse la sfida più complessa è abituarsi a un nuovo modo di diffondere la conoscenza e anche un nuovo modo di empatizzare con chi abbiamo davanti, di trovare fiducia. Altro che differenza tra soft-skills e hard-skills, qui parliamo di un nuovo modo di interfacciarsi tra esseri umani, un nuovo modo di relazionarsi. L’emergenza coronavirus è arrivata in un momento storico in cui abbiamo tutte le tecnologie possibili per connetterci – dagli strumenti “banali” come le chat fino ai più complessi sistemi di e-learning – ma come sempre accade, le tecnologie sono solo uno strumento messo in mano a persone con sentimenti, che oscillano dallo spaesamento all’entusiasmo, dalla noncuranza alla paura, dalla curiosità all’incertezza.

L’insegnamento più grande di questa terza edizione dell’Investing for Good – e quello di tutti quelle classi che oggi sono tra banchi di scuola virtuali – credo sia questo: rendersi conto di trovarsi in un grande-nuovo-primo giorno di scuola e capirne il valore e i risultati dell’impatto che genera. Imparare ad adattarsi, non solo nell’uso delle tecnologie ma anche e soprattutto nella gestione dei nostri sentimenti, perché arriverà un momento, mi auguro in un contesto più “positivo”, in cui questa capacità adattiva ci permetterà di fare grandi cose.