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12 dic 2017

In Israele la Multiculturalità è il segreto dell’Innovazione

Giovedì 30 novembre abbiamo ospitato nei nostri uffici di Roma un incontro con Ofer Sachs, Ambasciatore di Israele in Italia, per parlare di innovazione

Israele innovazione

Giovedì 30 novembre abbiamo ospitato nei nostri uffici di Roma un nuovo incontro di InnovareCon, un format che ha appena compiuto quattro anni d’età e che si conferma un importante momento di aggregazione e confronto tra i membri della nostra community e il composito ecosistema dell’innovazione italiana e internazionale. 

Ospite dello scorso appuntamento è stato Ofer Sachs, Ambasciatore di Israele in Italia. Israele è un piccolo paese in termini di estensione territoriale, con una popolazione di circa 8 milioni di persone e la presenza di poche risorse naturali che in passato era caratterizzato da un’economia prevalentemente agricola e manifatturiera. Finché a partire dal 2009 Israele ha acquisito lo status di Startup Nation, un paese che è riuscito a fare suo il miracolo della Silicon Valley passando ad un sistema basato sull’innovazione tecnologica in ogni ambito, da quello agricolo a quello della sicurezza, in grado di produrre ricchezza e valore e di favorire l’insediamento di imprese straniere. Oggi Israele registra il 4% del PIL investito in ricerca (l’Italia ne investe poco più dell’1%). Un dato a cui si aggiungono altri due elementi fondamentali: una virtuosa collaborazione tra pubblico e privato e un forte sostegno allo stimolo imprenditoriale a partire dall’educazione nelle scuole. L’incontro con il suo Ambasciatore è servito a delineare i diversi aspetti della vita culturale, economica e sociale del Paese che hanno determinato lo sviluppo di questo ecosistema dell’innovazione

Sachs ha sin da subito evidenziato come la multiculturalità ha avuto un peso non indifferente nella creazione dell’innovazione; multiculturalità che è considerata uno dei motivi principali del fatto che la densità di innovazione presente in Israele possa essere paragonata solo a quella della Silicon Valley (non una nazione, ma una piccola lingua di terra nell’ovest degli Stati Uniti d’America). Negli hub israeliani infatti, lavorano cittadini provenienti da ogni parte del mondo il che a pensarci bene, è una grande vittoria del sistema israeliano: con le parole dell’Ambasciatore, “nel settore tecnologico è necessario attrarre le menti migliori e più brillanti se si vuole competere. Per questo cerchiamo di creare un ambiente vivibile, divertente e stimolante”. In quest’ottica è fondamentale che le aziende investano tempo e risorse per il benessere e la felicità dei loro dipendenti, motivo per cui il sistema del welfare aziendale è molto sviluppato. 

Uno degli attori chiave di una Startup Nation è l’università: “il nostro Paese ha deciso di investire sul futuro, così ha investito sull’università e da qui sono emerse idee e tecnologie che si sono trasformate in solidi business”. 

Israele riesce quindi a essere attrattiva perché genera valore, un valore che si manifesta attraverso un impatto positivo a livello non solo economico, ma anche sociale sui cittadini. Di conseguenza, Israele genera valore perché è attrattiva per investitori e competenze. In questo circolo virtuoso, un ruolo importante è giocato dalla multiculturalità: lo strumento migliore per portare nuove idee, stimoli e opportunità in una Startup Nation.