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08 apr 2016

Il ruolo dello Stato nella promozione dell’innovazione sociale

Per la prima volta, martedì 12 aprile saremo alla Camera dei Deputati, location che ospiterà InnovareCon

Ruolo dello stato nell'innovazione sociale

Per la prima volta, martedì 12 aprile saremo alla Camera dei Deputati, location che ospiterà InnovareCon, il nostro format pensato per incontrare l’innovazione sociale nei suoi differenti aspetti. Questo incontro, il secondo dell’anno dopo quello con Riccardo Luna, sarà incentrato sulla presentazione del Secondo Rapporto sull’Innovazione Sociale in Italia elaborato dal Ceriis (rapporto che potete scaricare qui).

Dopo la presentazione, i principali stakeholder portatori di innovazione sociale sederanno insieme alle istituzioni su tre tavoli di lavoro. Sul nostro sito abbiamo già sviluppato le tematiche che verranno affrontati nei primi due – Modelli e Impatto e Comunità e Reti – e ora cercheremo di anticipare il terzo focus: qual è il ruolo dello Stato nella promozione dell’innovazione sociale?

Per prima cosa dobbiamo dire come lo Stato sia uno dei quattro fulcri dell’innovazione sociale insieme ad aziende, enti no profit e ai singoli membri di una comunità. Il suo ruolo in questo contesto è allora quello di stimolare processi innovativi nelle Pubbliche Amministrazioni, coinvolgendo le persone nei processi decisionali che riguardano i loro contesti di riferimento e garantendo trasparenza nell’utilizzo delle risorse pubbliche al fine di creare un valore sociale complessivamente condiviso

Il ruolo dello Stato diventa allora quello di catalizzatore di soggetti, risorse e iniziative tanto dal lato dell’offerta, favorendo la diffusione di progetti e attori, quanto da quello della domanda, creando le condizioni per la crescita di un mercato. Nello specifico, questi due obiettivi vengono portati avanti attraverso una serie di iniziative:

  • elaborare una visione strategica per l’innovazione sociale, intesa come il fulcro di un sistema economico più sviluppato;
  • realizzare interventi normativi e regolatori;
  • promuovere sgravi o incentivi fiscali;
  • garantire libero accesso ai dati raccolti dalle Pubbliche Amministrazioni;
  • permettere il trasferimento della proprietà di aree, costruzioni e strutture dalle Pubbliche Amministrazioni a soggetti che le gestiscano per iniziative di interesse generale;
  • promuovere l’engagement dei singoli cittadini;

Tutte queste pratiche, e non solo, unite alla condivisione delle conoscenze dei singoli stakeholder, alla maturazione di progetti condivisi e alla diffusione di una visione comune su determinate problematiche di interesse generale, permettono lo sviluppo di ecosistemi virtuosi in cui crescono progetti di innovazione sociale.

Ovviamente, la tematica di questo terzo tavolo di lavoro di #InnovareCon non si esaurisce con questa analisi; vi aspettiamo allora il 12 aprile alla Camera dei Deputati, quando questo dibattito si arricchirà con le voci e le idee degli speaker cha abbiamo invitato (in questo link potete scoprire chi sono). 

Articolo tratto da Modelli ed esperienze di Innovazione Sociale in Italia, Secondo Rapporto sull’Innovazione Sociale, Per una politica in favore dell’Innovazione Sociale, Matteo G. Caroli, pp. 188-192, Franco Angeli, 2015.