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29 nov 2021

Al via le attività del GIIM con due call sull’impatto sociale e la sua misurazione

Con l’evento del 25 novembre presso il Milano Luiss Hub hanno preso il via le attività dell’Osservatorio GIIM – Governance Innovations Impact Management.

Giovedì 25 novembre presso il Milano Luiss Hub si è svolto “Impact Measurement and Management – A New Corporate and Investor Perspective” un confronto fra aziende, investitori e università su quanto necessario per generare un impatto positivo sulla società, e su come misurarlo – con una logica che vediamo applicata anche con il PNRR. Al centro dei panel la necessità di superare il piano della sostenibilità per abbracciare in maniera più ampia quello dell’impatto sociale, e non solamente ambientale.

Ha moderato la giornata Elisabetta Pessano, Chief Communications Officer di Italiacamp, che ha sottolineato come proprio la location del Milano Luiss Hub “rappresenta un concreto esempio di impatto in stile Italiacamp: un luogo nato da un partenariato pubblico-privato che ha connesso il Comune di Milano, Fondazione Brodolini, l’Università Luiss e Italiacamp trasformando un’autorimessa abbandonata in un hub polifunzionale e innovativo”. Per Fabrizio Sammarco coordinatore corporate del GIIM, AD di Italiacamp e Adjunct Professor presso la Luiss Guido Carli: “questo primo evento pubblico del GIIM vuole essere punto della situazione tra mondo pubblico e privato, investitori e corporate. Con Italiacamp vogliamo ricoprire il ruolo che più ci si addice, quello di connettore”. “Pianificare, gestire, misurare e riportare l’impatto è la sfida di fronte alla quale si trovano le organizzazioni. È il momento di passare dal Purpose all’Impatto.” ha detto Cristiano Busco, coordinatore scientifico del GIIM e Full Professor di Accounting, Reporting & Sustainability della Luiss Business School e dell’Università di Roehampton. “Pianificare, gestire, misurare e riportare l’impatto è la sfida di fronte alla quale si trovano le organizzazioni” ha detto Cristiano Busco, coordinatore scientifico del GIIM e Full Professor di Accounting, Reporting & Sustainability della Luiss Business School e dell’Università di Roehampton.

“La legittimità – e soprattutto la “licenza di operare” – di ogni organizzazione dipende dalla sua capacità di creare valore per i suoi stakeholder, così come per la società in generale” ha aggiunto Busco che ha proseguito “ora siamo arrivati ​​al punto in cui gli investitori e i gestori patrimoniali di tutto il mondo riconoscono chiaramente che il modo in cui un’organizzazione gestisce le questioni ambientali, sociali e di governance (ESG) contribuisce alle sue prestazioni aziendali e finanziarie”.

Durante la prima la prima sessione dell’evento (From Purpose to Impact), Cristiano Busco ha dialogato con Jed Emerson, Managing Director Global Lead Impact Investing Tiedemann Advisors e autore di “Purpose of Capital”, e R. Paul Herman, CEO e Founder di HIP Investor ed editor dell’handbook “Global Handbook of Impact Investing”, all’interno del quale il capitolo dedicato a startup italiane e impact investing è a firma del team Italiacamp. Emerson ha evidenziato come nell’impact investing ci si sia concentrati molto su metriche e definizioni, dibattendo poco sul vero valore del purpose: “Il purpose non si ottiene andando in ritiro una settimana o scrivendo qualcosa su una lavagna dopo una riunione e appendendolo nella hall”. Herman si è poi concentrato sul capitale umano: “Il problema è che la manodopera è considerata un costo, per questo è importantissimo capire per un investitore e un imprenditore dare valore al capitale umano. Un euro investito in un dipendente può rendere più di un euro investito nei prodotti.” Per Tjeerd Krumpelman, Global Head of Advisory, Reporting & Engagement di ABN AMRO Bank: “tutto dovrebbe iniziare con il purpose: creare un sistema bancario migliore per le generazioni future. Solo un certo purpose e chiaro permette di creare prodotti adatti”.

È stato Alessandro Rizzello, Adjunct Professor di Social & Sustainable Finance presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro a soffermarsi sulla questione dell’uniformità delle metriche nella misurazione e valutazione dell’impatto: “attualmente siamo davanti a un bivio: impatto significa allineamento a determinati standard o seguire una logica addizionale? Diversi autori mettono in rilievo l’elemento paradossale di un settore che si basa sulla misurazione e valutazione dell’impatto ma non ne riconosce modelli uniformi”.

Centrale nella giornata di dibattito anche il tema dell’innovazione. Secondo Antonio Solinas, AD di Deloitte Financial Advisory: “Per le imprese in questa fase delicata di ripartenza diventa fondamentale avere una spiccata capacità di cambiare e innovare. Non solo spingere l’acceleratore per sostenere la crescita, ma anche indirizzare le strategie aziendali verso nuovi modelli operativi e nuovi business per sviluppare operazioni e dare così impulso al mercato”. Francesco Checcacci, Partner Deloitte Financial Advisory aggiunge: “Il lungo percorso che dovranno affrontare le aziende prevede una pianificazione strategica a lungo termine. Gli investitori dovranno essere in grado di sostenere le iniziative lungo questo arco temporale, perseguendo obiettivi non solo finanziari, ma anche e soprattutto di sostenibilità ambientale e sociale”. E su questo interviene anche Alberto Mina, Direttore delle relazioni istituzionali e internazionali, della comunicazione e del marketing di Arexpo che dice “l’innovazione non si fa da soli, per sua natura per essere competitiva ha bisogno di un network globale. Spesso non nasce a tavolino, ma per “caso” e bisogna essere bravi a capire e sfruttare quel “caso”.

Costanza Consolandi, che fa parte del team scientifico del GIIM ed è ed è Professore Associato di Corporate Finance all’Università di Sienaha moderato il panel dedicato alle prospettive degli investitori. Si sono alternati sul palco: Herman Bril, CEO Asset Management di Arabesque, per il quale “le performance ambientali determinano una maggiore affidabilità per gli investitori perché definiscono una maggiore efficienza produttiva che diviene elemento attrattivo”; Alberto Matellán, Chief Economist del MAPFRE, secondo cui “anche la finanza tradizionale può essere innovata con nuove metodologie create da zero attraverso fondi che mirino a connettere finanza e problemi sociali rilevanti e molto specifici.”; Helen Chiappini, Ricercatore Senior presso l’Università G. D’Annunzio, che ha presentato i risultati della sua ricerca “Do impact-leaders affect the strategy of social and environmental impact funds?” evidenziando come dall’analisi di 120 fund managers inclusi alcuni dell’Impact Asset 50 sia emerso come un’ampia presenza di impact-leader determina un bilanciamento tra ritorno finanziario e sociale; e Maria Teresa Zappia, Deputy CEO, Chief Impact & Blended Finance Officer di BlueOrchard, che ribadendo il concetto dell’intenzionalità nella generazione dell’impatto ha detto che “si è verificata una crescita esponenziale nel mercato dell’impact investing, soprattutto su strategie che si basano su una volontà di raggiungere un impatto ma non c’è una metodologia di misurazione d’impatto”.

Ha concluso l’evento Elisabetta Scognamiglio, alla guida del Communities Domain di Italiacamp (centro di competenza sull’Impact) e membro del GIIM: “La sfida del GIIM è un cambio di paradigma: ogni persona e ogni organizzazione deve essere disposta a giocare la sua partita”. E proprio in questo senso vanno le due call per università e aziende che inaugurano le attività dell’osservatorio di ricerca. La prima volta alla raccolta di paper su “Accounting e rendicontazione per l’impatto sociale e la creazione di valore aziendale” che saranno ospitati dalla prestigiosa rivista Accounting, Auditing and Accountability Journal e avranno lo scopo di analizzare il rapporto tra rendicontazione aziendale e valutazione di impatto sociale. Finestra per l’application dal 1° novembre al 31 dicembre 2022. La seconda call, invece, riguarda l’handbook “Una nuova prospettiva aziendale e degli investimenti” che sarà pubblicato da Routledge e raccoglierà una selezione di buone pratiche e storie di impatto di aziende. Queste le tappe per l’application: manifestazione di interesse entro il 31 gennaio 2022, prima bozza 30 aprile 2022, invio del capitolo definitivo 15 luglio con data di pubblicazione nell’ottobre del 2022.

 

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