La valutazione di impatto economico e sociale di Resto al Sud: l’analisi di Italiacamp
Italiacamp ha realizzato l’analisi di impatto e curato il progetto editoriale della valutazione dell’incentivo di Invitalia che favorisce l’autoimprenditorialità e lo sviluppo economico nelle regioni meridionali e nei territori più in difficoltà del Paese.
Resto al Sud
Resto al Sud è un incentivo pubblico di competenza del Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha definito il funzionamento e ne ha affidato la gestione a Invitalia – Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. Dal 2018 Resto al Sud sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali avviate da imprenditori e liberi professionisti. L’obiettivo dell’incentivo è essere leva di sviluppo per le aree del Paese che sono caratterizzate da un significativo tasso di disoccupazione giovanile, da un’elevata decrescita demografica combinata con un alto tasso di emigrazione, dallo scarso sviluppo di settori economici innovativi e da una forte presenza della criminalità organizzata nel contesto socioeconomico.
Dal suo avvio l’incentivo si è evoluto, di pari passo con il mutato contesto economico e normativo, innalzando l’età anagrafica, estendendo le aree geografiche di interesse e includendo nuovi settori di attività ammissibili al finanziamento. Attualmente, Resto al Sud si rivolge a persone tra i 18 e i 55 anni che intendono avviare una nuova attività nella forma di libera professione, di ditta individuale o di società o che abbiano già costituito un’impresa dopo il 21 giugno 2017. L’ambito geografico d’interesse comprende le otto regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia), le aree del “cratere sismico” del Centro Italia (Lazio, Marche e Umbria) e le isole minori, marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord.
La valutazione di impatto
La valutazione di impatto di Resto al Sud è stata realizzata dal domain Communities di Italiacamp in collaborazione con gli uffici di Invitalia responsabili della gestione dell’incentivo e ha preso in considerazione gli effetti generati da Resto al Sud nell’arco temporale 2018-2021 attraverso due momenti: l’analisi preliminare e la valutazione socioeconomica.
Durante la fase preliminare sono stati identificati gli obiettivi e le caratteristiche principali dell’incentivo e individuati tutti gli stakeholder coinvolti – direttamente e indirettamente – tramite la costruzione della Teoria del Cambiamento, un modello logico che consente di definire una chiara mappa causa – effetto tra un’area di azione e il cambiamento atteso nel lungo periodo.
La fase di valutazione ha identificato prima gli indicatori quantitativi e monetari utili all’analisi di impatto economico e, successivamente, attraverso il processo partecipativo di stakeholder engagement, ha coinvolto oltre 7.000 soggetti appartenenti all’intero ecosistema Resto al Sud, per rilevare l’impatto prodotto direttamente e indirettamente nella sua totalità.
Per il processo di analisi di Resto al Sud, è stato applicato il framework di valutazione sviluppato da Italiacamp che si basa sull’approccio bricolage definito da Alex Nicholls. Il metodo applicato ha impiegato strategicamente gli elementi dei principali standard di riferimento internazionale (GRI, Logical Framework, SROI, SDGs) tenendo in considerazione la solidità metodologica e la flessibilità nella definizione di indicatori qualiquantitativi e monetari.
L’approccio bricolage applicato si adatta particolarmente bene alle policy pubbliche, come Resto al Sud, che hanno l’obiettivo di generare cambiamenti socioeconomici positivi per le comunità di riferimento, dal momento che tiene in considerazione un ampio set di elementi da analizzare e un eterogeneo gruppo di stakeholder con/per cui viene generato valore.
Il valore generato
L’analisi ha dimostrato l’efficacia di Resto al Sud nel sostenere iniziative di avvio o sviluppo di impresa nelle aree più economicamente arretrate del Paese, oltre che la capacità dell’incentivo di garantire un impatto capace di creare occupazione e valore sociale al di là del solo valore economico.
Resto al Sud si dimostra uno strumento in grado di contrastare la disoccupazione giovanile e la decrescita demografica nelle regioni del Paese interessate. Il 15% degli imprenditori che hanno avuto accesso all’incentivo è rientrato nella propria regione di origine dopo un periodo passato all’estero o in un’altra regione italiana, mentre l’83% ha affermato di essere rimasto nel proprio territorio per poter investire nella propria attività di impresa, sottolineando il ruolo determinante dell’incentivo nella scelta di rientrare a casa. Le interviste realizzate hanno anche dimostrato come il 70% dei nuovi imprenditori, per lo più giovani di età compresa fra i 26 e i 35 anni, era disoccupato prima di avviare la propria attività grazie al supporto dell’incentivo che ha così favorito il loro reinserimento lavorativo e sociale.
In quattro anni Resto al Sud ha finanziato 7.589 imprese e consentito l’avvio di 7.366 nuove attività con un elevato tasso di sopravvivenza (97% a quattro anni dal finanziamento) contribuendo all’inserimento lavorativo di 28.166 persone e stimolando la produttività nei settori più tradizionali come artigianato e turismo, sia in aree di mercato innovative e non ancora sviluppate nelle regioni del Sud, come l’ICT.
L’impatto economico di Resto al Sud non si esaurisce però con i soli effetti positivi sulle economie territoriali. In questi anni, infatti, l’incentivo ha rappresentato una leva che ha generato valore sull’intero ecosistema di riferimento tramite un effetto moltiplicatore. Grazie alla concessione di 390,5 milioni di euro, Resto al Sud è stata in grado di attivare 313,8 milioni di capitali privati, veicolando risorse verso le imprese nascenti che a loro volta hanno costruito valore per il proprio settore di riferimento. In particolare, l’impatto economico delle attività finanziate è di 993 milioni di euro; ciò vuol dire che ogni euro di finanziamento erogato ha generato 1,89 euro per il sistema economico. Considerando solo l’investimento pubblico, l’effetto moltiplicatore è stato pari a 2,54 euro.
Oltre ai risultati degli effetti sociali ed economici generati da Resto al Sud, nella valutazione di impatto sono presenti alcune delle storie di imprese nate anche grazie al sostegno del finanziamento di Invitalia, per dare evidenza del concreto valore generato grazie a Resto al Sud in diversi settori d’attività e in tutte le regioni a cui è rivolto l’incentivo. Il progetto editoriale della pubblicazione è stato curato dal team Communications di Italiacamp in collaborazione con l’agenzia Accéntra che ha realizzato il progetto grafico.
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