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09 lug 2020

Futuri Imperfetti: immagina e costruisci futuri alternativi

Futuri Imperfetti è un progetto realizzato negli spazi di Open Incet a Torino con il contributo della Compagnia di San Paolo per creare una community di under 30

Futuri Imperfetti

Prende il via Futuri (im)perfetti, un progetto che realizziamo con Fondazione Brodolini insieme a Forcoop, San Donato Scs, Stranaidea e Vides Main e sostenuto dalla Compagnia di San Paolo nell’ambito del Bando Civica.

L’obiettivo del progetto, che si svolgerà negli spazi di Open Incet a Torino, è aiutare giovani che non hanno voce a immaginare e costruire un futuro da protagonisti, attraverso la costituzione di un’associazione che si configuri come “piattaforma” in grado di dare rappresentanza all’insieme di corpi sociali e gruppi marginali che hanno smarrito la capacità di aspirare a futuri possibili desiderabili.

Futuri Imperfetti è iniziato con la prima fase che si concluderà a settembre: verranno coinvolti giovani under 30 “senza voce”, rifugiati, giovani in dispersione scolastica, immigrati di seconda generazione, disoccupati. Parallelamente sarà attivato un percorso sperimentale dedicato a ragazzi 15-18enni. Parteciperanno anche altre categorie di giovani – es. studenti, lavoratori, imprenditori, artisti, ricercatori.

La seconda parte del progetto prenderà il via il 2 ottobre e si svilupperà nei mesi successivi, con l’esperimento fortemente innovativo di ricerca-intervento dei “laboratori di futuro”, basati su metodi e tecniche derivati dagli studi di futuro e previsione sociale – in collaborazione con il prof. Filippo Barbera, dell’Università di Torino –  con cui conoscere tendenze e megatrends dei prossimi anni ed esplorare scenari futuri alternativi, ipotizzando anche eventi e fenomeni impensabili e inaspettati (“cigni neri” come la pandemia covid-19).

Nei workshop verranno messi in scena linguaggi e forme espressive diverse: teatro, narrazione, videomaking, arte. L’intento è nutrire la capacità di aspirare a futuri comuni dove i bisogni individuali si intrecciano a più ampie dimensioni collettive, elaborando un “manifesto per il futuro” e, attraverso un percorso formativo dedicato basato sul Learning Commynity Canvas, dando vita a una comunità di pratica di futuri (im)perfetti, un processo di capacity building su competenze di management culturale.

Il progetto si concluderà con la costituzione di un’associazione culturale presso Open Incet fondata ad hoc direttamente dai partecipanti, grazie al tutoring degli esperti dei diversi enti partner.

L’esperimento mira a generare un luogo di contaminazione e inclusione, dove i partecipanti non si sentano ghettizzati, ma possano avere occasione di scambio con coetanei “innovatori”.

L’idea di sviluppare questo progetto nasce dalla consapevolezza che oggi quanto mai le giovani generazioni vivono un crescente e diffuso disagio per il presente a cui si unisce la frustrazione e l’incapacità di investire nel proprio futuro: elementi caratteristici di una società debole e frammentata, alimentata da mancanza di aspirazioni, diseguaglianze e immobilità sociale, senso di impotenza, attraversata da rancore e timore dell’altro.

Ma il futuro è di tutti e deve tornare a essere un tratto fondamentale delle società democratiche: è necessaria una “educazione al futuro” (o, meglio, ai “futuri possibili”). È necessario creare una comunità che si aggreghi su problemi sociali come il disagio sul futuro, la dicotomia vincente-perdente, la necessità di dare una voce a una democrazia spesso assente per immaginare un futuro pubblico e privato di cui tutti possano essere protagonisti.