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20 lug 2015

Advocacy che? Un viaggio alla scoperta di questo nuovo modo di dar vita all’Innovazione

L’Advocacy è un nuovo modello per mettere in rete istituzioni, università e imprese per creare soluzioni a problemi disattesi dei cittadini

Advocacy ItaliaCamp

Sin dai primi vagiti sulla Terra, l’uomo si è interrogato con successo e no, e a volte con ostentato compiacimento, sulla forma “migliore” con cui “governare” quella che era tribù e oggi comunità di appartenenza. Affascinante, la domanda di Plato al proposito “Come scegliere chi governa?”. E giù via con trivio, quadrivio, saggezza, lungimiranza, ma ahimè il corso degli eventi ha dimostrato che l’ammirevole quesito ha sortito, sino ad oggi, effetti a dir poco contraddittori. 

Complimenti per l’Enciclopedia a Diderot, ma attenzione alla presunzione politica dei “lumi”! Quasi divertito, Karl Popper alla prima ne aggiungerà una seconda di domanda che quasi la rimpiazza: “Come controllare chi governa?“. Un passo in avanti senz’altro. 

Quasi beffardamente la prima e la seconda arrivano fino ad oggi, alle pendici della quarta rivoluzione industriale dove eroso è, a quanto sembra, il valore della “comunità” e, quasi nullo appare l’individuo, il cittadino rispetto a decisione che ne condizionano l’esistenza. Ma questa è solo “the dark side of the moon“.

Per strada, in metro, al fianco dei tanti smanettoni invisibili, umanisti digitali, tocchiamo con mano, grazie al web 2, 3, 4.0, una delle più grandi “rivoluzioni” che ci sia capitato non solo di vivere ma di “fare”. Per contrastare le tanto “sbandierate” proteste e rivoluzioni, si è potuto, con un semplice click, proporre e promuovere “soluzioni” con cui, attraverso l’emersione di “leadership collettiva”, esser protagonisti di un processo di “civic engagement” alla base del cambiamento. 

Un’evoluzione dell’approccio di crowdsourcing che, a partire dal 2010, abbiamo avviato con ItaliaCamp nel Paese, dando vita ad uno dei primi processi di Innovazione Sociale in Italia. L’abbiamo chiamata “Advocacy Italia“, non tanto per esser più “cool” con un astruso inglesismo, ma per avviare un nuovo modello con cui, grazie alle Istituzioni, università, Imprese partner Fondazioni e associazioni di categoria, si possa favorire lo sviluppo di una rete collaborativa con cui corrispondere ai bisogni emergenti dei territori e delle comunità con soluzioni a problemi ancora disattesi dei cittadini.

È stato però più facile a farsi che a dirsi. Lo scorso 21 giugno a Reggio Emilia, in occasione dell’Assemblea Generale dell’Associazione ItaliaCamp con l’Adesione del Presidente della Repubblica e il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, abbiamo sperimentato il primo modello di advocacy istituzionale con cui far emergere, nelle linee prioritarie dell’Agenda di Governo, percorsi di innovazione capaci di generare nuovo “Valore Paese” che ci consentirà di leggere, soprattutto in vista dell’imperdibile sfida di EXPO 2015, le numerose opportunità esistenti in termini di soluzioni e nuovi investimenti. 

7 Barcamp su: SmartCity, Impact Investing, Economia Digitale, White Jobs, Cultura e Beni Pubblici, Open Data, Economia dell’Antimafia, Made in EXPO dai quali emergerà un piano di soluzioni, anche “micro-riforme” da presentare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e alle imprese partner del progetto: Poste Italiane, Finmeccanica, FS, Wind, Invitalia, RCS, Unipol, Terna, Sisal, Alitalia, SACE, Enel Green Power, Padiglione Italia di Expo 2015 e Mercedes Benz Italia.

Il modello si perfeziona anche grazie ai rappresentanti delle società di consulenza internazionale che nella mattina di domenica 22 sono intervenuti per valutare le migliori soluzioni emerse in base alla loro fattibilità e agli impatti sociali e occupazionali previsti. Il momento è adesso, rapiti e dal fermento di uno “stream of civicness” che anche nel nostro Paese si sta affermando giorno dopo giorno.